La parola “biofilia” è stata utilizzata per la prima volta dallo psicologo, psicoanalista e filosofo Eric Fromm, è una combinazione di “vita” (bio) e “amore” (filia), e significa letteralmente “amore per la vita”, Successivamente, il biologo Edward O. Wilson ha approfondito questo concetto sottolineando quanto la profonda connessione dell’uomo con la natura sia in grado di determinarne lo stato di benessere e di qualità della vita. 

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Biofilia

La parola “biofilia” è stata utilizzata per la prima volta dallo psicologo, psicoanalista e filosofo Eric Fromm, è una combinazione di “vita” (bio) e “amore” (filia), e significa letteralmente “amore per la vita”, Successivamente, il biologo Edward O. Wilson ha approfondito questo concetto sottolineando quanto la profonda connessione dell’uomo con la natura sia in grado di determinarne lo stato di benessere e di qualità della vita. 

Questo concetto è entrato da pochi anni anche nell’ambito dell’architettura, permettendo all’essere umano di mantenere alta questa connessione anche tra le mura domestiche. Sebbene la progettazione segua regole ben precise, l’ispirazione resta sempre la natura:

  • pareti divisorie create con le piante
  • ricerca dell’equilibrio degli elementi: aria, acqua, terra, fuoco 
  • utilizzo di materiali organici come il legno e possibilmente a Km 0 o quasi 

Immediato il link con il design: i progettisti di oggi utilizzano i principi della biofilia in tutti gli ambienti, dagli aeroporti agli hotel. Oliver Heath, designer inglese guru del settore, sostiene che “uno spazio progettato in modo da farci sentire protetti e a contatto con elementi naturali, può contribuire a ridurre il nostro stress e a essere più produttivi”, e precisa come “un approccio biofilico alla progettazione possa migliorare la Triple Bottom Line, ovvero il benessere degli occupanti degli edifici, la produttività dei dipendenti delle imprese e il tasso di gradimento dei clienti.”

Questi principi diventano fondamentali considerando il biennio appena passato, dove in Italia sono state circa un milione le dimissioni volontarie tra il 2020 e il 2022, che hanno portato le persone a lavorare in modalità smart working, trasformando le case in posti di lavoro e facendo emergere in maniera preponderante il tema del work-life balance. 

La qualità della vita e della produttività sono diventati fattori imprescindibili nella progettazione delle abitazioni, e, a cascata, si riversano anche sugli standard degli uffici, dove il layout degli spazi unitamente alla performance e alla salute dei lavoratori obbligano a intervenire sugli ambienti in termini di qualità dell’aria, benessere acustico e comfort, leve che vanno ad incidere perfino sul turn over dei dipendenti.

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